La gastronomia nell'antica Roma-Diario di viaggio
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DIARIO DI VIAGGIO

20/02/'99 LICEO GINNASIO"E.DUNI"

Liceo Ginnasio 'E. Duni' Oggi Mariella ci Ha parlato del galateo dei Romani. Al momento di invitare gli amici a cena, il padrone di casa mandava un servo presso le case dei suoi compagni più cari. Infatti il numero degli amici del triclinio era fondamentale: gli invitati non dovevano essere tanti massimo cinque, altrimenti dice Ausonio:"SE SON DI PIU'IL BANCHETTO SI TRASFORMA IN TUMULTO". Una volta a tavola gli invitati dovevano rispettare delle regole ben precise senza fare i "PESANTONI". Plutarco, scrittore del secondo secolo a.C. ne"LE DISPUTE CON VI VIALI" scrive :"se un piatto non è buono lo si può rifiutare; se un vino è di cattiva qualità,si può sempre ripiegare sull'acqua; ma un convitato pesante e triviale,che vi dà il mal di testa annulla e guasta il piacere di qualsiasi vino, di qualsiasi cibo... perciò l'andare a mescolarsi coi primi venuti in un banchetto,questo non è da persona assennata". Anche per quanto riguarda il bere gli invitati erano tenuti a comportarsi in un certo modo: Bisognava avere la massima cura del decoro,ad esempio bisognava bere senza deformare il viso,non bagnare il mento o spruzzare i vestiti.Era considerato indecoroso per le donne aprire troppo le labbra nel bere o lasciar cadere indietro il capo denudando il collo in modo vergognoso ed era maleducazione, sia per gli uomini che per le donne fare rumore nel bere e fare rutti.Soprattutto secondo i cristiani non bisognava ricercare il lusso nelle suppellettili, poiché si pensava che fosse inutile utilizzare coppe d'argento o d'oro dato che diventava difficile maneggiarli quando contenevano liquidi caldi. Era sconveniente rizzarsi sui triclini ficcando il viso nei piatti,sporgendosi dal letto per poter assaporare il profumo delle pietanze.Era segno di cattiva educazione sporcarsi le mani con i condimenti. Come accade ancora oggi non si poteva parlare con la bocca piena.

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